Candele: origini di un mito

La Candela, uno degli oggetti più semplici che ci circondano ma in quanti conoscono tutti i suoi utilizzi, tutte le sue forme e la sua importanza. Noi vediamo solo c’è che salta subito all’occhio ovvero uno stoppino immerso in tubo di cera. Un tempo, nei primi modelli veniva utilizzata anche la cera d’api ma anche di soia ecc. È lo stoppino che ci da la possibilità di utilizzare la candela, generalmente le candele sono esposte in molti ambienti ma non vanno mai ricoperte in quanto, si sa per poter attuare la combustione c’è bisogno dell’ossigeno. Questo semplicissimo effetto permette alla candela di sciogliersi lentamente e di durare a lungo. Il calore della fiammella scioglie lentamente la cera che la circonda, essa sale in maniera lenta lungo lo stoppino per effetto chiamato capillarità che a poco alla volta verrà vaporizzato per effetto della combustione dello stoppino stesso. Sul mercato sono presenti tantissime forme e colori adatte ad ogni situazione. Il classico Lumino piccolo che spesso vediamo negli scalda cioccolata e nelle coppe di vetro come brucia essenza. Poi conosciamo il Cero, ovvero la candela votiva di grandi dimensioni, posto in genere ai piedi degli altari. La più conosciuta è sicuramente la Candelina da torta, mentre per i veri amanti importante è il Moccolo o Candelotto, spesso venduto anche nelle erboristerie con all’interno fiori essiccati.

Ad esempio se prendiamo la classica forma della candela dello zampirone, quella si chiama semplicemente Fiamma o Padella romana, in terracotta di solito. Nonostante la loro bellezza per i colori e i profumi che sprigionano e la loro utilità in quanto alcuni modelli allontanano anche vari tipi di insetti, le candele sono tra le maggiori fonti di rischio incendio. Non solo negli ambienti domestici ma anche negli ambienti sacri e dove vengono più utilizzate. L’utilizzo delle candele risale più o meno ad inizio ‘900, prima infatti nelle candele veniva utilizzata un anima di piombo per tenere dritto lo stoppino ma questo fece ipotizzare che il calore della fiamma rilasciasse vapori dal metallo, tossici. Dagli anni ’70 poi, quindi in tempi molto recenti questa tipologia di candele è stata ritirata dal mercato anche perché con le ultime tecnologie non serve neanche più. Addirittura esiste un associazione chiamata ACI, Associazione Italiana dei Produttori di Candele, la quale ha emanato una serie di regole per la sicurezza. La candela è intesa anche come simbolo, la luce eterna che brucia, l’importanza per la cera che si scioglie ai piedi dei defunti, per i popoli dell’Italia meridionale, addirittura anche come modo di dire. Il gioco non vale la candela, per dire che il rischio non vale la perdita.

Lascia un commento