Corsa campestre, hobby o sport?

In molti ai tempi d’oggi praticano in maniera costante o comunque nel tempo libero del sano jogging. Ma quali sono le sue origini? Una sua forma iniziale è la Corsa Campestre, una disciplina che deriva dall’atletica leggera, quindi più alla portata di atleti con muscoli allenati, ma basta un buon allenamento al fiato e alla resistenza. In realtà tale specialità richiede una grande resistenza, non sono dal punto di vista fisico ma anche e principalmente psicologico. Le distanze che di solito si corrono sono intorno ai 10 km, non si corre sempre allo stesso modo, vi esistono infatti numerose tecniche, esse il più delle volte, variano in base a determinati canoni, fra cui l’età e il sesso. Questo risulta fra gli sport più praticati, forse una delle motivazioni è proprio il fatto che non c’è bisogno di munirsi necessariamente di strumenti, come una racchetta, un pallone o delle pinne. L’unico strumento fondamentale risiede nell’intelletto del corridore, ed è la resistenza psicologica che in seguito viene trasmessa al fisico aiutando così ad assumere una certa costanza nella velocità. Pare infatti secondo studi appropriati che combatta nel migliore dei modi lo stress, ecco perché di questo periodo fa più che bene, non solo per un’ ottima preparazione alla prova costume ma anche per iniziare a smaltire un anno pieno di lavoro o di studio.

Pare però da studi recenti che sia un ottimo rimedio anche per l’insonnia. Questo perché è legato ad un’attività amatoriale e non agonistica, almeno per chi la pratica in via occasionale, dove non è necessario arrivare ad un risultato particolare. Proprio a causa di ciò, a differenza di quanto si crede tale sport richiede un dispendio fisico notevole, maggiore rispetto ad altri sport che magari permettono pause durante l’esecuzione, anche se di pochi secondi esse permettono la possibilità di recuperare fiato e quindi di accentuare la respirazione. Anche se il fiato sembra essere il primo a venire meno in realtà questo sport aiuta molto. In particolar modo l’apparato circolatorio, lo sforzo prolungato e costante fa si che vengano rilasciate delle sostanze vasodilatatrici. Sembra niente detto così, ma in realtà ciò fa si che le arterie siano più elastiche e quindi più aperte, favorendo in un certo qual modo il passaggio del flusso sanguigno. Di conseguenza la pressione si abbassa e il sangue porta più ossigeno ai tessuti muscolari. Tutti compreso il cuore che ne trae notevoli benefici, compiendo il suo lavoro nel migliore dei modi e riducendo la fatica.

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