google: maxi multa da 22,5 milioni di dollari

Non ci sono buone notizie in casa Google. In questi giorni di cado afoso, quando magari gli sviluppatori e gli amministratori di una delle più grandi aziende al mondo sono in vacanza, arriva una mega multa da parte della Federal Trade Commission, la stessa che già anni fa multò Microsoft e che si prepara a rifilare una nuova maxi ammenda all’azienda di Bill Gates nelle prossime settimane. La tegola che è piovuta su Google in queste ultime ore riguarda una questione abbastanza scabrosa. Il motore di ricerca per eccellenza avrebbe infatti spiato i movimenti degli utenti Apple. Come? Presto detto, attraverso un cookie installato ad insaputa degli utenti che utilizzano Safari, il browser di Apple. Così facendo Google aveva traccia di tutti i movimenti dei melaniani, sia che si connettessero da Mac, che da iPad o da iPhone. Tutto è avvenuto per alcuni mesi tra il 2011 ed il 2012, ovviamente la notizia è stata resa nota solo nel momento in cui la FTC ha rifilato al colosso americano la super multa pari a 22,5 milioni di dollari per violazione della privacy. A svelare il cookie pirata è stato il Wall Street Journal, che ha messo a disposizione un rapporto dal quale è partita l’iniezione per la bomba mediatica scoppiata lo scorso mese di febbraio.

Gli sviluppatori di Google avevano messo appunto un cookie in grado di forzare il sistema Safari, senza che gli utenti si accorgessero di nulla. Le impostazioni non subivano alcun cambiamento, anche se il cookie spia era installato nel browser. Dal canto suo Google ha tenuto a far sapere che la bomba è stata caricata di troppo tritolo, visto che secondo l’azienda, l’unico scopo del cookie fantasma era quello di implementare nuove funzioni per tutti gli utenti che navigano attraverso Safari, senza che venissero raccolti informazioni personali. In America la polemica imperversa, con fazioni pro e contro la multa ricevuta da Google. C’è infatti chi sostiene che 22 milioni di dollari siano una quota giusta come multa, mentre altri chiedevano cifre molto più alte visto il patrimonio dichiarato recentemente da Google. E’ pur vero che la violazione della privacy è un reato che in Italia è punibile a norma di legge, ma per chi non ne fosse a conoscenza le restrizione sulla privacy negli Stati Uniti sono davvero flebili, tanto che è possibile trovare tutte le informazioni necessarie su una qualsiasi persona non per forza nota ai tabloid o personaggio pubblico.

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